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29 aprile 2016

Reboat, proseguono lavori sulla nuova versione "coperta"

Vanno avanti secondo i programmi i lavori per la realizzazione del secondo modello di Reboat, barca ad impatto zero e a propulsione al 100% elettrica progettata da H3o Yacht Design con la collaborazione di Repower e costruita nei Cantieri di Anselmo Mauri a Sirmione. Questo secondo esemplare ha una coperta completamente diversa, con la parte centrale chiusa, con un effetto estetico finale molto simile ai taxi veneziani. Così come per tutta la barca i contenuti tecnologici di questa sovrstruttura sono altamente tecnologici. Il tetto, come si vede nella prima foto, è infatti realizzato in sandwich con fibre di carbonio biassiali e pelli unidirezionali per motivi di robustezza e leggerezza, così da mantenere il baricentro più basso possibile e ridurre gli assorbimenti elettrici del sistema di pistoni che lo alzano e abbassano. Si vedono gli inserti in bronzo su cui sono fissati i pistoni e le guide verticali.


L'assemblaggio delle varie strutture sarà comunque l'ultimo passaggio di un sofisticato percorso di lavorazione illustarto, in alcune sue parti, nelle altre immagini. Nella seconda si nota il processo di laminazione: vengono preparate le pelli sullo stampo, disposte a secco e senza resina poiché questa sarà iniettata successivamente nella fase di infusione. Si vede la preparazione e la disposizione del core in pvc e si nota come la fase di laminazione sia decisamente più pulita e precisa di quella richiesta da una laminazione manuale con disposizione delle pelli già impregnate.
Nella terza foto si vede il passaggio successivo, l'infusione dello scafo. Come per la coperta si vede lo scafo nello stampo con il sacco del vuoto e le condutture che portano la resina nel laminato, in questo caso le condotte sono molte di più perché lo scafo ha molte più pelli della coperta e perché ha diverse parti in cui la resina deve risalire verticalmente lungo le murate.